Pietro Marinoni, Il meccanico con la cravatta
€ 16,00 IVA inclusa
Descrizione
Il “meccanichino” che divenne il “meccanico con la cravatta”
La cultura dell’automobile a Torino
A 93 anni, seduto in poltrona, cerco di trarre un bilancio fin qui della mia vita. Mi domando: “se per assurdo potessi ricominciare cosa rifarei uguale o farei diversamente?”. La risposta che mi do è che rifarei tutto esattamente come la prima volta.
Ero senza papà, mio fratello maggiore era militare in guerra, non avevo nessuno a cui chiedere un consiglio e la mamma mi lasciava fare di testa mia. Terminata la scuola, iniziai a girare in bicicletta per trovare lavoro – prima della seconda guerra mondiale se ne trovava facilmente a Torino.
Il posto dove iniziai a formarmi come meccanico e come persona fu il negozio di ciclista del signor Balzaretti, in via Cardinal Maurizio. Era un vero maestro, e in due anni sotto la sua guida avevo imparato a montare biciclette nuove, compresa la mia super leggera, per me era la bici più bella del mondo.
Alla domenica riparavo le biciclette della Borgata Tetti Bertoglio dove abitavo, e poi quelle della valle del Cartman.
Dopo la bicicletta cercai di entrare nel mondo dei motori e mi rivolsi ai fratelli Castagno, concessionari delle moto “Della Ferrera”: il biglietto da visita per farmi assumere fu proprio la bici che mi ero costruito. Era la più bella officina che avessi mai vista, sembrava una clinic. Qui imparai tre regole: ordine, pulizia, concentrazione.
Peccato che sia durato pochi mesi: il 13 luglio 1943 un bombardamento distrusse l’officina e i titolari mi raccomandarono alla ditta Cavalleri, concessionaria delle moto “Benelli”. Qui le regole che avevo appena imparato non esistevano, si riparavano motocarri alla bell’e meglio. Oltretutto cominciarono i bombardamenti anche diurni e ogni volta dovevamo scappare oltre la Stura a bordo di un motocarro. Una situazione pericolosa, oltre che un lavoro povero di formazione. Perciò mi licenziai. Entrai con facilità alla Volugrafo, dove si montavano piccoli scooter destinati ai paracadutisti. Lo sguardo dell’ingegner Farinelli si posò su di me e mi prese con sé alle Esperienze. Costruimmo insieme una replica del famoso Carro di Cugnot, ero anche addetto alle commissioni esterne e giravo con uno scooter tedesco Sachs. Come rivivrei volentieri quei due anni trascorsi alla Volugrafo!
Il successo nel secondo dopoguerra
Finita la guerra, nel 1945 la Volugrafo ormai si avvicinava alla chiusura e l’ingegner Farinelli mi dette una lettera di raccomandazione per suo fratello, direttore della Siata.
La Siata fu il culmine assoluto delle mie esperienze di formazione: in tre anni passai da apprendista a primo motorista. Alcuni dei lavori che ricordo con più piacere: riparare la vettura dell’Avvocato Gianni Agnelli e rifare il motore di una Fiat 1100 per la Mille Miglia di Ferruccio Bernabò e Luigi Segre, che si classificarono primi della categoria.
Partecipavo alla corsa Sassi-Superga come meccanico, ero anche addetto alla ricezione dei clienti in garanzia e un signore mi propose di aprire un’attività insieme: “si licenzi, cerchiamo un bel locale, io metto la parte finanziaria e lei la competenza.”
Così uscii dalla Siata, e aprii la mia prima officina in un garage di Borgata Lencia in strada Cartman. Poi nel 1949 mi trasferii nel cortile di via della Rocca dove ho lavorato fino al 2001.
A 12 anni facevo già il ciclista, a 20 avevo la mia officina, ho vissuto fra bici, moto e auto, in una Torino e un mondo che non ci sono più. Questa è la mia storia: la racconto nel libro.
L’autore
Informazioni aggiuntive
Dimensioni | 1 × 16 × 24 cm |
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