Descrizione

Un filosofo che corre in bici

Pedalate da sognatore: Mario Parodi, appassionato di sport e autore di numerosi libri dedicati ai campioni (anche del ciclismo). In quest’opera manifesta l’origine e la forza dell’attrazione che la bibicletta opera nei suoi confronti. L’ha scritta quando un brutto incidente ha bruscamente interrotto una sua escursione sulle “due ruote” e lo ha costretto a rimanere immobile per quaranta giorni. Ma le sue mani e soprattutto la sua testa sono restate libere e hanno accolto con entusiasmo l’invito dell’amico Darwin di dare ragione della sua filosofia di vita.

Dalla presentazione di Darwin Pastorin, giornalista sportivo

Mario Parodi non finirà mai di stupirmi. Lo conosco da anni, dall’uscita del suo libro su Pietro Rava, campione della Juventus ai tempi del calcio eroico ed epico a cavallo della Seconda guerra mondiale.

Da quel momento in avanti, ovvero dal 1999, siamo diventati fraterni amici. E ho avuto modo di conoscere un narratore capace di trattare, con passione e con competenza, diversi temi: dal football al jazz, dalla poesia (comprese delle sentite liriche sul mio amatissimo Tex Willer!) ai miti dell’atletica, raccogliendo in ogni pagina, in ogni verso, memorie personali e collettive. Insomma: il suo baule, alla Fernando Pessoa, è davvero pieno di gente. Di aneddoti, di felicità e di dolore, di piccole cose e di grandi momenti. Scrivere è la sua missione, così come declamare Dante Alighieri: commovente sentirlo leggere a piena voce, in alta montagna, il canto ventiseiesimo dell’Inferno, quello dedicato a Ulisse (“Considerate la vostra semenza: fatti non foste e viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”).

La passione per le “due ruote”: pedalate da sognatore

Ma Mario è anche un appassionato, sfrenato, indistruttibile, tremebondo, araldo del ciclismo, quello visto in televisione o sentito alla radio ma, soprattutto, praticato. Spesso mi viene a trovare dopo una lunga pedalata, vestito di tutto punto tanto da sembrare un Felice Gimondi o un Vittorio Adorni, o meglio ancora un Franco Balmamion. Pare reduce, nemmeno tanto affaticato, da una tappa del Giro d’Italia. Mi racconta delle sue salite e delle sue discese, di quella innocente fermata in una osteria, il bicchiere di vino rosso a calmare la sete: sembra davvero un fanciullino felice. Ed è così che l’ho soprannominato “il ciclista onirico”.

E cosa ti combina il prode Parodi? Bloccato da un infortunio, ovviamente in bici, nel suo letto di dolore, compone questa autobiografia “a due ruote” che avete in mano. Per me è stata una lettura piacevole, divertente, tenera, per certi versi sorprendente: ho ritrovato, tra le righe, il Mario più autentico, innocente, funambolico. Un sognatore che ha fatto dell’utopia il suo orizzonte più chiaro.