Oltre la salita. Segmenti di memoria
Descrizione
La salita è quella del recupero dopo un incidente in bicilcetta gravemente invalidante, a 13 anni.
La memoria è quella che l’Autore ricostruisce pazientemente ritessendo i fili del suo cervello.
Raccontare l’esistenza di un ragazzo vittima di un grave incidente stradale: può risultare facile per l’ osservatore che raccoglie i dati affidandosi alla memoria dei testimoni e alla sua personale capacità di collegamento tra i fatti. Ma se questo compito ricade sul protagonista stesso, colpito da una pesante menomazione visiva e cerebrale, quel racconto non può essere che il frutto del suo immane sforzo di riconnettere le sensazioni fissate in qualche angolo del cervello grazie a un residuo grado di percezione del mondo.
Questo racconto autobiografico ha una duplice valenza: la descrizione dei percorsi medici e psicologici attraversati per ricostruire la propria identità, sconvolta da un evento improvviso e devastante; e quella della ricerca di una modalità con la quale, considerata l’assenza degli usuali punti di appoggio della comprensione, possa svilupparsi e mostrarsi un modo efficace di conoscere le cose e le persone.
Ne consegue una doppia chiave di espressione: quella narrativa, che diventa una testimonianza sulla originale tecnica di affrontare le salite dell’esistenza, e quella più riflessiva sui contorni relazionali e scientifico-tecnologici che sostengono (o contrastano talvolta) il recupero progressivo della capacità di visione della realtà. La quale, ci dimostra l’autore, è legata non solo all’uso dell’organo sensoriale ma anche alla capacità di creare lo spazio interiore per accoglierla.
Il tutto si colloca in un “segmento di vita” del protagonista intrecciato con le correnti della società e della cultura dell’ultima parte del secolo scorso, fra rivoluzione e spiritualità, fra musica e cambiamento, fra psicanalisi e avventura.
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