D. M. Amadasi, Torino in codice – Un’insolita scoperta nella magia della città olimpica
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Brossura, immagini a colori
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Descrizione
L’olimpica magia di Torino
Il giornalista di sport, che conobbe la Torino delle Olimpiadi invernali 2006, ritorna sui suoi passi richiamato da un fantomatico concorso.
E scopre i segreti della Città sempre in bilico fra Luce e Tenebre.
dal prologo del libro:
Rientriamo a casa dopo una piacevole e rilassante passeggiata per conciliare la digestione nel parco adiacente al palazzo che ospita al settimo piano il nostro appartamento; la mia personale domenica è proseguita come sempre prima al telefono e poi davanti al personal computer per via della mia condizione lavorativa in versione smart-working, alias reperibilità non dovuta e retribuita, ma da garantire per almeno dodici ore al giorno dal lunedì alla domenica, sette giorni su sette.
Così nell’alternanza di telefonate e di relazioni di lavoro, eccomi apparire improvvisamente sullo schermo della casella aziendale una comunicazione a firma dell’ufficio personale avente come oggetto una frase di quattro parole: “La chiave di volta”.
Stranezza dell’oggetto a parte ed aperta la mail senza remore, visto che i possenti antivirus l’avrebbero nel caso dirottata nella cartella spam, trovo al termine di una classica comunicazione aziendale l’invito a cliccare su un link ipertestuale collegato all’apertura di una pagina Web avente come descrizione proprio la frase oggetto della mail.
dall’introduzione di Luca Rolandi:
Per l’Autore, ma non solo per lui, sono trascorsi quindici anni, ma è come se fosse ieri. Per questo il racconto di Daniele Amadasi, proposto in versione autobiografica attraverso una serie di intrecciati misteri cittadini, è bello e ricco di spunti e ricordi di un viaggio umano che è stato – prima che professionale – straordinariamente unico.
dalla postfazione di Tiziana Nasi:
Lo sport promuove contatti e relazioni con persone che provengono da culture ed ambienti diversi, ci abitua a vivere accogliendo le differenze, a fare di esse un’occasione preziosa di reciproco arricchimento e di scoperta.
D’altro canto – e forse è questa la cosa più importante – lo sport fa superare le barriere che si incontrano intorno a noi ed il culmine di questo, secondo me, è stato raggiunto durante i giochi paralimpici estivi di Londra 2012 quando Alex Zanardi, seduto per terra sull’asfalto, alzò al cielo la sua handbike come forma di esultanza per la vittoria della medaglia d’oro, divenendo prima copertina di ogni quotidiano sportivo e non, inglese e mondiale e poi immagine virale e simbolo delle attività sportive di atleti disabili.
Una vista su Torino curata da un non-Torinese, come Antonio Pinna ne “La pineta e il porto”, edizioni MILLE.
Informazioni aggiuntive
Dimensioni | 1 × 14 × 21 cm |
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