Voci della Voce, Caro don Franco – Scritti in ricordo di mons. Peradotto
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Descrizione
Caro don Franco…
Mons. Franco Peradotto, sacerdote e comunicatore a Torino e in Italia nel dopo Concilio
Il tributo dei giornalisti cresciuti alla sua “scuola”
Don Franco è mancato la mattina di Ognissanti del 2010, venti giorni prima dell’inizio del mio servizio pastorale come Arcivescovo di Torino. Ma il suo nome, come la sua presenza nella Chiesa subalpina mi erano ben noti, fin dai tempi dei miei studi al Seminario di Rivoli. A quell’epoca don Peradotto era già il giornalista che aveva magistralmente «raccontato» il Concilio su «il nostro tempo», e che veniva cercato in tutta Italia per illustrare, ragionare, discutere sul significato e le implicanze che la «primavera della Chiesa» stava portando nelle nostre vite come nella società.
Ho sempre pensato che il cuore del suo ministero sia consistito in questo: la capacità (direi di più: il dono) di mettere il servizio sacerdotale a confronto con l’attualità, con la cronaca viva e vera che è nella vita della gente. Detto in altri termini: conosceva bene le realtà del mondo e la necessità di interpretare, da prete e da credente, i segni dei tempi. Ed è vero anche il contrario, naturalmente: sapeva confrontarsi con gli accadimenti del secolo guardandoli alla luce di quella «sapienza» che sola può venire da una fede vissuta e confermata ogni giorno con entusiasmo.
Il suo servizio sacerdotale si alimentava della costante attenzione alle persone: è impressionante il numero di gruppi, associazioni, comunità parrocchiali che don Franco ha seguito e servito, sempre pronto – come chiede il Vangelo – a «fare due miglia» con chi gli chiedeva di accompagnarlo nel cammino. E ora questo libro illumina bene su un altro aspetto centrale della sua vita, quel mestiere di giornalista che, per lui, è sempre stato anche scuola di vita, e palestra dell’incontro. Come è stato ricordato, in lui «le due anime [erano] tenute insieme nella stessa persona dal dono di una fede fermissima, e di una fedeltà altrettanto forte nella Chiesa ‘madre e maestra’»1.
Una fede che si alimentava nella confidenza profonda con Dio, e nell’amicizia sacerdotale. So della lunga, ininterrotta frequentazione con i compagni di corso, fatta di compagnia, di preghiera comune, e anche di chiacchiere e di gioia. Per questo continuo a pensare a don Franco come a un prete «presente» anche oggi nella nostra Chiesa. Un altro prete torinese mi diceva tempo fa che, del suo corso, non era mai mancato nessuno: «c’eravamo sempre tutti, o qui o in cielo». Così è per mons. Franco Peradotto.
+ Cesare Nosiglia
Arcivescovo metropolita di Torino
1 M. Bonatti, «Il prete giornalista», in Osservatore Romano, 1 dicembre 2010.
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